Il mio nome è Sow e vengo dal Senegal. Sono arrivato in Italia all’inizio degli anni ’90 alla ricerca di un lavoro. Ho scelto “il bel paese” quando ero ancora un bambino. Per aiutare la mia famiglia facevo il gommista e ogni tanto veniva a farci visita un ricco signore che mi diceva: “Se vuoi una buona vita ti do un consiglio: vai in Italia”.
E così ho messo da parte i soldi e sono venuto qui. Il mio primo lavoro è stato a Catania, in un maneggio dove governavo venti cavalli e avevo a disposizione vitto e alloggio. Poi le cose sono cambiate e con la legge Martelli degli anni ‘90 sono stato costretto a spostarmi nel nord Italia, dove sono iniziate le mie peripezie familiari che hanno raggiunto il culmine con la morte di mio padre. Dalla sua morte mi sono sentito solo e abbandonato, ho cercato consolazione nel bere e nelle droghe, scivolando nel baratro di una grave dipendenza. Nel caos della mia vita solitaria però sono stato fortunato, perché ho incontrato un medico che mi ha miracolosamente salvato dicendomi: “Se vuoi morire in una settimana, allora ricomincia a bere e fumare”. Da allora ho completamente cambiato vita.
Ora quando posso torno in Senegal dove ho moglie e figli. Non credo che i soldi facciano la felicità, però mi piacerebbe tornare a vivere con la mia famiglia in serenità, senza la preoccupazione di non arrivare mai con i soldi a fine mese. E poi mi piace molto aiutare le persone che hanno bisogno… e nel mio paese c’è tanta fame.
Il mio messaggio a chi mi legge nasce dalla mia esperienza di vita: tenete a bada l’istinto, che spesso non è un buon consigliere, e pensate bene prima di fare le cose.
(Mactar Sow; a cura di Fabio Tolomelli, con la supervisione di Francesco D’Errico)