La storia
Fin dalla sua fondazione, l’Opera di Padre Marella accoglie persone in stato di bisogno, senza alcun tipo di discriminazione. Don Olinto Marella ha infatti improntato il suo modello educativo e di accoglienza nel solco degli insegnamenti della Dottrina Sociale della Chiesa, che rivendica la centralità della persona umana, la sua dignità, la non sopraffazione, l’uguaglianza di ciascun individuo, il rispetto delle fragilità e delle differenze.
Olinto Marella stesso si è mostrato sempre pronto e reattivo nei confronti delle emergenze sociali, anche delle persone straniere che si trovavano prive di riferimenti familiari e amicali.
Nel corso dei decenni la comunità si è sempre più specializzata nell’accoglienza in un contesto multiculturale, interreligioso e intergenerazionale. Le differenze culturali, religiose e identitarie hanno costruito nel tempo una ricchezza che è patrimonio valoriale condiviso nella comunità.
A partire dal 1991 il lavoro si è sempre più professionalizzato per garantire un contesto sicuro e accogliente per persone provenienti da contesti di violenza, migrazione ed emergenza. In particolare, le annate 1991/1992 hanno visto un grande afflusso di persone dal Nord Africa e successivamente dall’Albania, trovando una risposta pronta e consapevole nella comunità di via dei ciliegi. L’accoglienza è proseguita, senza soluzione di continuità, fino a un’altra grande ondata migratoria che a partire dal 2013 ha caratterizzato il flusso migratorio Sud-Nord dall’Africa all’Europa, specialmente a seguito del fallimento delle primavere Arabe del 2010-2012.
Migrazioni strutturali
La comunità, su sollecitazione di Comune e Prefettura, ha poi maggiormente consolidato il proprio intervento a partire dalle necessità di accoglienza dell’operazione Mare Nostrum e successive. Oggi la comunità Olinto ospita in un’ala dell’edificio un piccolo Centro di Accoglienza Straordinaria che offre un modello di accoglienza altamente professionale in un clima familiare, comunitario e di continuo sostegno alla persona.
L’approccio educativo di Marella, basato su graduali autonomie, è molto utile alle persone straniere per comprendere meglio il nuovo territorio, i comportamenti e le attività… e perché venga attuata una effettiva integrazione nel nuovo contesto. Oltre all’accoglienza comunitaria a San Lazzaro di Savena, necessaria per una prima presa in carico e un primo lavoro di affiancamento più intensivo, il percorso di accoglienza prosegue con l’autonomia abitativa all’interno di quattro appartamenti a Bologna destinati all’accoglienza di persone migranti.
La Comunità per l’inclusione sociale è soggetto gestore CAS e SAI nell’area metropolitana bolognese.
Emergenza Afghanistan
L’esperienza ultratrentennale nell’accoglienza residenziale e nei servizi di assistenza ai soggetti fragili provenienti da contesti di migrazione forzata ha reso la Comunità un luogo e un gruppo di lavoro pronto a dare risposte immediate ed efficaci nelle situazioni emergenza umanitaria. Infatti, a seguito della complicazione della situazione in Afghanistan, con l’abbandono dei territori da parte degli eserciti occidentali e la ripresa del potere da parte dei Talebani, migliaia di cittadini afghani che avevano collaborato alla pace e a supporto delle truppe occidentali si sono trovate a dover abbandonare le proprie case, il lavoro e tutte le certezze per essere dislocate nel giro di poche ore in altro continente.
A seguito dell’appello umanitario di Curia e Prefettura, la Comunità ha prontamente riadattato parte dei propri servizi e luoghi di accoglienza mettendo a disposizione degli immobili per dare un luogo sicuro, dignitoso, bello e accogliente a quattro nuclei familiari che oggi sono due, per un totale di 12 persone, tra cui 6 bambini. Tutte le persone sono inserite in percorsi sanitari, scolastici, educativi, ludico-ricreativi, psicologici, di apprendimento della lingua e di inclusione comunitaria. Nella nuova collocazione hanno ritrovato serenità, sicurezza e la possibilità di riprogettare il proprio futuro.
Emergenza Ucraina
A seguito dell’invasione russa in Ucraina, la popolazione ucraina è stata costretta a mettersi in salvo dai bombardamenti e dell’avanzata delle forze russe all’interno del Paese. Milioni di cittadini ucraini, quasi prevalentemente donne e bambini, sono dovuti fuggire attraverso i confini per cercare rifugio in Europa. L’Italia ha dato una immediata risposta e la città di Bologna è stata fin da subito tra le più attive.
I primi rifugiati ucraini accolti sul territorio bolognese in pienissima emergenza sono stati accolti presso le nostre strutture, ormai pronte a dare risposte immediate e di qualità. La Comunità per l’inclusione sociale ospita 19 persone, di cui 11 minori. Oltre l’assistenza materiale la nostra équipe di occupa di sostegno psicologico, inserimento scolastico, insegnamento e potenziamento della lingua italiana, attività educative e ricreative per i minori.